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Non voglio apparire visionario e retorico, ma probabilmente noi dotati di una sensibilità fuori dal comune, troviamo stimolante soffermarci ed osservare, tale percezione in seguito dobbiamo trasmetterla, la fotografia diviene il mezzo.

Ed allora il soffio del vento che smuove una foglia ci provoca un brivido, stesso esito è contemplare l’infinita volta celeste sovraccarica di nubi, disegna le forme più svariate, magari può apparirci altrettanto suggestiva la staticità di un paesaggio, la quotidianità con il suo spaccato sappiamo come scomporla per poi ricostruirla, mentre dosando luci ed ombre esaltiamo la bellezza in un volto, si racchiude tutto nell’avere intuizione, gusto.

Una volta inquadrata la magia, lo scatto farà il resto, l’istante congelato sarà così in grado di trasmetterci uno stato d’animo, denunciare un abuso o magari un progetto da condividere, si tratta di vero allenamento cerebrale, quale ci porta ad elaborare un pensiero oggettivo e più profondo.

 

                                   Maurizio Di Francesco

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